A volte le parole raccontano di più di quello che si pensi. Soprattutto quando sono molto usate si tende a non fare più caso al loro significato.

Siamo ad esempio abituati a utilizzare la parola “swing” per indicare quel tipo di andamento ritmico o di pronuncia che caratterizza il linguaggio del Jazz.

Il vero significato della parola “swing” però ci indicagenerosamente una delle chiavi per esprimere quel tipo di andamento ritmico.

 In inglese il verbo “to swing” significa infatti “dondolare”, “oscillare”.

Verbi che indicano un particolare tipo di movimento, quello reso possibile da una specifica qualità dei corpi: la flessibilità.

Ecco dunque, la flessibilità è una delle chiavi per la percezione e l’espressione del ritmo.

Se osservi suonare i grandi batteristi come Elvin Jones, Jack De Johnette, Roy Haynes, Tony Williams, Art Blakey, Billy Higgins ecc. ti puoi accorgere di quanta flessibilità sono dotati i loro movimenti. 

La flessibilità che caratterizza i loro movimenti non è limitata agli arti coinvolti nell’esecuzione ma è una qualità visibilmente presente in tutto il corpo.

Se vuoi migliorare il tuo senso ritmico devi migliorare la tua flessibilità.

Ma come si fa a migliorare la flessibilità?

Vedremo fra poco come procedere nella pratica ma prima di tutto è bene che tu sappia che tutto dipende dalla qualità della consapevolezza del tuo corpo e dei tuoi movimenti.

Essere consapevoli del proprio corpo e dei propri movimenti non è del tutto naturale. Possiamo dire anzi che in un certo senso la natura ha fatto in modo che questa consapevolezza sia possibile solo come risultato di un atto cosciente di volontà. 

Quest’apparente “svista” della nostra storia evolutiva ha in realtà le sue ragioni: se fossimo sempre consapevoli del nostro corpo, la mente sarebbe letteralmente invasa da informazioni per lo più inutili, che andrebbero a disturbare la nostra interazione con l’ambiente che ci circonda.

Pensa ad esempio se, sollevando una matita, la tua attenzione fosse disturbata dalla percezione del peso del tuo stesso braccio!
Anche se le nostre braccia pesano molto di più una matita, alla nostra mente arriva solo l’informazione che riguarda il peso di quell’oggetto, perché quella è l’informazione di cui la nostra mente ha bisogno in quel momento.

D’altra parte la natura ci ha dotato di strumenti che ci aiutano a riconquistare quotidianamente la consapevolezza corporea, come ad esempio la pandiculazione, ovvero l’atto di stirarsi che quasi sempre si accompagna al gesto dello sbadiglio, nell’essere umano come in tutti i mammiferi.


Stirarsi è un gesto arcaico che ripristina una naturale percezione corporea e tono muscolare, attraverso una contrazione che attraversa tutto il corpo come un’onda benefica.

Purtroppo ci hanno insegnato che non è “educato” farlo in pubblico ma ti consiglio di riscoprire la bellezza di questo gesto ripetendolo più volte al giorno e, soprattutto, prima di suonare!

Dunque possiamo dire che la consapevolezza corporea è il nostro principale strumento per aumentare la flessibilità. 

Riuscire a seguire i cambiamenti di posizione  del corpo con una sorta di occhio interiore migliora la qualità dei movimenti e aumenta il controllo del nostro sistema nervoso: il cervello infatti acquisisce in questo modo informazioni precise e impartisce di conseguenza ordini più dettagliati sui movimenti da compiere.
Questo in sintesi è il processo che si mette in atto quando cerchiamo di acquisire lo schema motorio di una qualsiasi nuova tecnica strumentale.
La flessibilità è il risultato di una precisa attivazione dei muscoli coinvolti in un determinato movimento e del simultaneo rilassamento di quelli non direttamente coinvolti nel movimento stesso.
Nella pratica, se vuoi aumentare la tua flessibilità, devi per prima cosa focalizzare la tua attenzione sulle parti del corpo che sono più flessibili, vale a dire le articolazioni.
Un’articolazione è, in parole povere, lo spazio presente fra due ossa. Questo spazio è pieno di un liquido lubrificante, il liquido sinoviale, che permette un naturale scivolamento di due ossa ricoperte di cartilagine.
Si ha flessibilità articolare quando due ossa vicine sono in grado di scivolare in direzione opposta l’una rispetto all’altra. Attraverso questo scivolamento il liquido sinoviale si distribuisce sulla cartilagine preservando così la salute delle articolazioni.
La prima cosa da fare dunque è portare l’attenzione alle articolazioni e alla flessibilità naturale che caratterizza i movimenti articolari.
Una volta raggiunta una chiara percezione interna di queste parti del corpo, dovrai cercare di allargare la tua percezione alle zone limitrofe, cercando di sentire come il movimento articolare si trasmette dal suo punto di origine alle vicine parti del corpo.
Questo percorso percettivo dal punto di origine del movimento alle parti circostanti può essere visualizzato come un’onda prodotta da un sasso gettato nell’acqua.  Attraverso questo percorso percettivo la flessibilità si trasmette dalle articolazioni a tutto il corpo.
Prova adesso a fare questo semplice esercizio tratto da “Il corpo e l’energia” di Eric Franklin
Oscillazione del braccio
1.     Durante questo esercizio, fai oscillare il braccio destro avanti e indietro, senza fermarti: Per preima cosa immagina che l’oscillazione del braccio parta dall’articolazione della spalla. Il movimento del braccio parte da lì, dalla spalla.
2.     Ora immagina che l’oscillazione del braccio sia accompagnata anche dal movimento della scapola e della clavicola. La scapola scivola delicatamente sul torace.
3.     Immagina che l’oscillazione del braccio sia resa possibile anche grazie al movimento elastico del torace. Il torace aiuta a rendere possibile questo movimento.
4.     Immagina che l’oscillazione del braccio sia anche il risultato dello scivolamento dei polmoni all’interno del torace. I polmoni sono come delle spugne che favoriscono dall’interno la realizzazione di un movimento ancora più completo. Respira in modo rilassato.
5.     Immagina ora che l’oscillazione del braccio sia resa possibile dalla colonna vertebrale. Anche la colonna vertebrale favorisce l’oscillazione.
6.     Lascia che l’oscillazione del braccio si arresti in modo naturale e metti a confronto la sensazione di rilassamento che avverti nella spalla destra e in quella sinistra. Stendi in avanti e braccia e confrontane la lunghezza.
7.     Ripeti lo stesso esercizio usando il lato sinistro del corpo.
A questo punto lascio a te sperimentare l’impatto enorme che questo “lavoro” sulla flessibilità può avere sulle tue abilità tecnico-strumentali e sulla percezione ed espressione del ritmo.


Ti saluto con questo video di Stochelo Rosemberg, il “polso più flessibile” del Gypsy Jazz!

Stay in tune!
Manuel Consigli