«Sono un compositore che è felice quando sento chitarristi più bravi di me eseguire i miei brani per il pubblico. Un musicista di formazione classica, ma con la passione per il jazz e un passato da rockettaro. E sono un insegnante di musica in una scuola media realizzato nel mio lavoro». La Via della Chitarra (Jazz) di Alfonso Pumilia è riassunta in queste frasi, sintesi estrema della chiacchierata fiume che abbiamo avuto per farci raccontare la sua esperienza come musicista, un’esperienza di consapevolezza, talento e umiltà.
C’è una storiella piuttosto nota. Due chitarristi si incontrano per la prima volta e si presentano: “Ciao, io sono più bravo”. Che poi “più bravo” può diventare più veloce, più tecnico, più intonato, più preparato… basta che sia più… Ecco, la storia di Alfonso Pumilia è un ottimo antidoto verso la visione competitiva della musica, in favore di una più profonda crescita personale.
Solo sei corde per sette note
«Ho iniziato a suonare la chitarra a 13 anni, a livello amatoriale», racconta Alfonso. «Alla prima lezione ero così a zero che chiesi: “Ma come? Le note sono sette, e le corde solo sei… Come si fa?». Due anni dopo, però, già suonava in gruppo rock. «Avevamo in repertorio Iron Maiden, Metallica, ACDC, tanti brani dei Led Zeppelin. Il mio momento di gloria era quando rifacevo tutto l’arpeggio di Stairway to Heaven (qui una vesione di Stanley Jordan). Imparavo tutto a orecchio, ore e ore con le cassette, a mandare avanti e indietro il nastro per trovare le note».
Un lavoro insostituibile per sviluppare e allenare l’orecchio, che poi gli è rimasto per tutta la vita. A quel primo gruppo ne sono seguiti altri. «Con i System, al liceo, facevamo musica pop italiana esibendoci nei paesi della Sicilia occidentale. Ma io rimanevo rockettaro dentro: capelli lunghi con i colpi di sole, orecchini, piglio da duro…».
Il bivio: classica o elettrica?
Arrivato all’università, mentre continua a suonare in giro l’elettrica con il gruppo, studia chitarra classica e dà gli esami da privatista al Conservarorio di Palermo. «In otto anni mi sono diplomato con il maestro Renato Pace, e lì ho dovuto fare una scelta: classica o elettrica?». Perché scegliere? «Perché la chitarra classica richiede una dedizione totale. Per sviluppare la sensibilità del tocco, per allenare le mani alle posizioni, il gesto deve essere preciso, curato… Ogni giorno servono ore e ore di esercizio che non lasciano spazio ad altro».
Virtuosismo senza fine
Pumilia sceglie la chitarra classica, ma continua ad ascoltare i maestri dell’elettrica. «Erano gli anni di Steve Vai, Joe Satriani, Frank Gambale,Yngwie Malmsteen… avevano una tecnica incredibile, ma il virtuosismo mi sembrava un po’ fine a se stesso. Quello che mi attraeva era il fatto che suonavano brani classici, o di ispirazione classica, con armonie più elaborate di quelle del rock tradizionale. Così mi sono avvicinato al jazz: Joe Pass, Pat Metheny, Wes Montgomery, Bireli Lagrene, George Benson sono diventati i miei punti di riferimento, li ho studiati a fondo, di nuovo suonando ad orecchio i loro soli».
La gioia di dare
La chitarra classica resta lo strumento di Alfonso Pumilia, ma la sua musica prende spunto da tutto: «La musica classica è fondamentalmente scrittura e interpretazione, a me piace comporre con armonie di stampo più jazzistico. I brani che ho pubblicato sono anche stati premiati in concorsi, la mia strada sono la composizione e l’insegnamento, non l’esecuzione concertistica. Come insegnante di una scuola media mi piace interagire con i gusti dei miei ragazzi, che hanno tra gli 11 e i 15 anni. Scegliamo brani che piacciono a loro, li analizziamo e li arrangiamo».
Alcuni di questi lavori sono raccolti in un libro appena pubblicato, rivolto ai docenti delle scuole medie: Note d’accordo: celebri melodie riarmonizzate con sostituzioni armoniche (disponibile su Amazon qui).
Scrivere per tutti
Se scrivere un brano è cosa da pochi talentuosi, riuscire a pubblicarlo è impresa da supereroi della determinazione. Alfonso non è uomo da lasciarsi scoraggiare dai no delle case editrici, o dalle richieste economiche (sì, si paga per pubblicare!), così ha scelto la strada dell’autopubblicazione. Ha raccolto 15 brani che ha composto negli ultimi 15 anni e ha fatto stampare gli spartiti. «Il chitarrista classico ha bisogno dello spartito, quindi la pubblicazione è l’unica possibilità per far conoscere la mia musica».
La raccola si chiama 15 Ri-Creazioni chitarristiche (disponibile su Amazon qui).
Qui un assaggio dei brani eseguito personalmente dal Maestro Pumilia
«Niente mi dà più soddifazione che sentire un chitarrista più bravo di me che esegue una mia composizione. E la stessa soddisfazione la provano, credo, tutti i compositori. Così abbiamo creato un gruppo di musicisti: Chitarristi Compositori Siciliani Indipendenti Uniti (CCSIU). Per ora siamo in sei, oltre a me, ci sono Niccolò Renna, che è l’ideatore del grupp, Salvatore Sciacca, Filippo Daino, Luca Di Martino e Marcello Faranna. Facciamo squadra per aiutarci a far sentire la nostra musica, a diffonderla». Un’altro schiaffo alla competitività muscolare tipica di certi altri musicisti, e chitarristi in particolare…
La via della musica è una strada a doppio senso
La Via della Chitarra (che sia jazz o meno) è una strada a doppio senso. I chitarristi la percorrono in un verso, partendo da sé per arrivare a esprimere la propria musica. Un percorso costante, fatto di determinazione, felicità, qualche inciampo, un po’ di frustrazione che va trasformata in stimolo per migliorare… La meta è godersi la via. Manuel Consigli, anima di questo blog, nel suo ultimo libro ha disegnato la Mappa segreta del chitarrista felice, una guida perché ciascun musicista trovi la sua via (qui la presentazione, e qui dove acquistarlo).
Però, si può anche pensare che la stessa Via venga percorsa in senso opposto dalla Musica, che parte da un mondo di armonie ideali e si muove verso il musicista per farsi ascoltare. La testimonianza di Alfonso Pumilia racconta bene entrambi i versi di questa via. Si ha davvero l’impressione che la Musica lo abbia scelto e raggiunto per esprimersi. E si percepisce quanto lui sia orgoglioso e felice di essere uno strumento a disposizione perché melodie, armonie e ritmi arrivino a chiunque abbia orecchie e sensibilità musicale.
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