Un metodo e una guida: per viaggiare sicuri sulla propria via della chitarra non serve altro. Un metodo, che è una mappa per conoscere il territorio da esplorare, e una guida che aiuti a trovare la propria strada tra tutte quelle possibili. Facile? Fortunatamente no, altrimenti, senza sfida, che gusto darebbe viaggiare?

Si dice che il primo passo è il più difficile e il più importante per la realizzazione di un’impresa, qualunque questa sia. Non fa eccezione chi vuole iniziare a suonare la chitarra. Ne è convinto Pierluigi Ferrari, chitarrista, compositore, arrangiatore e maestro con trent’anni di musica suonata e insegnata alle spalle. «Per questo ho deciso di scrivere un metodo per insegnare a suonare la chitarra da zero: si chiama On Guitar – Come iniziare a suonare la chitarra (disponibile su amazon qui)». Un metodo e una guida, come dicevamo.

Pierluigi, perché hai deciso di pubblicare proprio ora il tuo metodo?

«È un progetto che ho da tempo. Davide D’Ortona, un mio allievo, fotografo e musicista, diventato anche lui maestro, da anni insisteva, ma io rinviavo sempre, troppo preso tra concerti, dischi, lezioni da preparare… Poi è arrivato il lockdown, e abbiamo deciso di utilizzare quel tempo sospeso in modo utile e scrivere insieme il metodo».

Esistono migliaia di metodi, in commercio o anche gratuiti su Internet, in cosa è diverso On Guitar?

«È il metodo che Davide e io avremmo sempre voluto avere. Internet è un archivio infinito, regala miliardi di tutorial che promettono di soddisfare ogni sete di conoscenza… Ma proprio perché dà tutto, non dà niente: per un neofita è difficile distinguere la fuffa, e ce n’è molta, dai contenuti più validi. Per questo è utile avere un metodo solido, che dia dall’inizio una base su cui costruire. Se le fondamenta sono ben fatte, la casa cresce più sicura e senza pericolose debolezze strutturali».

Come si creano basi solide?

«Il nostro metodo è snello, in linea con i tempi. In tutto sono circa cento pagine, le prime trenta danno le basi, da zero, e permettono già di suonare i primi brani. Poi si approfondiscono le scale, gli accordi, le ritmiche. Infine, nella terza parte, si insegnano le tecniche più avanzate: Bending, Legati, Armonici, Fingerstyle, Chicken Picking, Tapping…. Ogni sezione ha le trascrizioni di brani, o parti di brani esemplificativi, per applicare le nozioni via via acquisite. Esercizi di tecnica derivati anche dalla chitarra classica per sviluppare un grande controllo delle mani».

Hai detto che è il metodo che avresti voluto avere, come mestro o come studente di chitarra?

«L’ho pensato come insegnante. Come tanti maestri vengo da decenni di fotocopie, lezioni preparate distribuendo fogli e file con i miei appunti… Questo libro mette ordine in tutto quel materiale. Però anche come studente, se avessi avuto qualcosa del genere quando ho iniziato a suonare mi sarei risparmiato un sacco di fatica».

Come sono stati i tuoi primi passi sulla via della chitarra?

«Ho inziato a 12 anni, da autodidatta. Mio papà aveva una chitarra, ma prima di farmela usare, voleva che imparassi a suonare il mandolino, il suo strumento. Si è convinto a darmi la chitarra quando ho elettrificato il suo mandolino con un pickup artigianale che ho costruito io. Poi ho preso qualche lezione da un amico di famiglia, imparavo molto velocemente e nel giro di poco tempo suonavo in tutti i gruppi della zona. Suonavo anche il basso, uno strumento che mi ha insegnato molto. A 18 anni ho preso lezioni di chitarra classica. E tuttora suono di tutto, dalla classica a Jimi Hendrix, passando per il jazz di Wes Montgomery, tutto con il mio stile, che ha molto groove, ma è al tempo stesso lirico».

Non c’erano metodi quando hai iniziato?

«Pochissimi, e quasi esclusivamente di classica. Poi metodi assurdi che insegnavano i primi accordi con posizioni improponibili. Si imparava soprattutto ascoltando e imitando i dischi. Non c’era internet».

Hai accennato al basso, dicendo che è stato importante nella tua formazione da musicista.

«Il basso, in un gruppo, dà la base a tutta la musica, sostiene la melodia, definisce la struttura armonica lasciando ai solisti la libertà si creare nuovi mondi musicali. Per chi suona da solo, con la chitarra, è fondamentale imparare a gestire contemporaneamente bassi e melodia, magari “rubando” la tecnica al contrappunto tipico della musica classica. Joe Pass è un maestro in questo. Nella musica popolare, il tango, genere che amo particolarmente, ha sviluppato il contrappunto prendendolo direttamente da Bach. Provate ad ascoltare i brani di Astor Piazzolla».

 

On Guitar è orientato a sviluppare un genere musicale specifico?

«No. È un manuale di chitarra moderna. In copertina c’è una telecaster stilizzata, che è stata la prima chitarra solid body elettrica, e anche la mia prima chitarra elettrica. L’obiettivo è quello di dare una guida per sviluppare le tecniche, poi sta a ciascuno seguire la propria ispirazione, il proprio gusto e il proprio talento».

Ci sono anche esempi audio e video?

«Per ora no. Abbiamo scelto di partire con un manuale cartaceo, classico, che stimoli la curiosità e non nasconda la fatica di imparare. Fondamentale nel processo di apprendimento. Non c’è neanche la versione digitale. Abbiamo aperto una pagina Facebook dedicata (la trovate qui) e un sito internet (lo trovate qui), più avanti li arricchiremo con video e demo, ma non sostituiranno il lavoro con il manuale cartaceo».

Chiunque abbia deciso di imparare a suonare la chitarra conosce quel momento di disorientamento che dà non sapere da che parte iniziare. L’amico “imparato” può regalare i primi consigli, insegnare i primi accordi per fare un figurone in spiaggia. Ben presto, però, suonare il La-Mi-Re in prima posizione della Canzone del Sole, o il riff di Smoke on the water non bastano più. Arriva quel friccicore che spinge a esplorare il resto del manico, a conoscere altri accordi, a imparare nuove tecniche, a improvvisare fraseggi, a costruire accordi con sonorità più complesse… ed lì che arriva l’esigenza di avere un metodo e una guida. Vale per chi cerca un maestro, e anche per gli autodidatti che fanno da sé, assorbendo nozioni qui e là.