Per farla breve, un giorno me lo ritrovai a casa sua tra pezzi di ossa sbiancate, mola professionale per taglio di precisione e un infinità di attrezzi minuscoli, polvere bianca ovunque. Lo studio richiedeva continui esperimenti alla ricerca del ponte perfetto e richiedeva anche una quantità tale di materia prima, che Jerry, ormai sulle spese, fini per prendere solidi accordi con il macellaio sotto casa sua. Anche qui la ricerca non tardò a rivelare i suoi frutti. Gli amici che per anni non credevano, non capivano o ai tempi non sentivano iniziarono da prima ad implorare timidamente le sue attenzioni per poi farsi sempre più insistenti. Quindi scopri il segreto? Credo di si.
Il “Ponticello Magico” di Jerry Carboni
Conosco Jerry da più di trent’anni, lui già suonava la chitarra. Era uno dei pochi che conosceva molti brani e che riusciva a tirare giù ad orecchio con sorprendente velocità. Un orecchio sensibile che se da una parte gli consentiva di imparare in fretta dall’altra… c’era sempre qualcosa che non andava.
La chitarra non rispondeva all’intonazione desiderata e questo a lungo andare diventò in qualche modo un ossessione.
Te lo trovavi tra un pezzo e l’altro a smanettare con un cacciavite sulle sellette del ponte della sua elettrica costringendo il gruppo a pause non previste. un lavoro di micro carpenteria che alla fine porto i risultati desiderati.
Quando poi il problema dell’intonazione emerse in modo ancora più evidente sulle chitarre acustiche, semiacustiche e classiche, scoprì che doveva applicare lo stesso criterio di geometrie lineari adottato sui ponti dell’elettriche. Avrebbe dovuto quindi dotarsi di strumenti idonei, tipo lime e morsetti e intervenire così sulle diagonali del ponte, così come sul capotasto che richiedeva la giusta spaziatura e l’adeguato appoggio.
Stefano Iaccheo
(Artista e chitarrista professionista)
Grazie Manuel per averci presentato questa novità. Dove lavora Jerry?
Grazie
Pierpaolo
Lavora a Milano