Henri Crolla, chi era costui? Il secondo chitarrista più bravo del mondo, si potrebbe rispondere citando il protagonista del film Accordi e Disaccordi di Woody Allen (qui il trailer), che racconta la storia di un chitarrista americano fenomenale, ma ossessionato dall’idea di “quello che in Francia lo superava in maestria”. Quell’uno che lo superava era Django Reinhardt. Guarda caso, passando dalla finzione alla realtà, lo stesso, forse davvero l’unico, che superava Henri Crolla. Dunque, chi era Henri Crolla, Il secondo chitarrista più bravo del mondo, dopo Django?

Francese di Napoli

Nato nel 1921, in un ospedale per poveri di Napoli, a soli due anni il piccolo Enrico Crolla emigra a Parigi al seguito della sua famiglia. Papà e mamma, musicisti ambulanti, e undici fratelli Crolla si stabiliscono nella “Zone”, una vera baraccopoli che accoglieva le carovane di zingari e le catapecchie degli italiani immigrati. Qui Crolla incontra l’uomo che sarà il suo faro per tutta la vita: Django, appunto, anche lui accampato con la sua carrozza nella Zone. Enrico, diventato Henri per i francesi, sviluppa per Django, che ha 10 anni di più, una vera venerazione. Pare che smettesse di suonare per cedergli il posto sul palco ogni volta che Reinhardt capitava in un locale dove lui stava esibendosi.

Destini paralleli

Con Brigitte Bardot

Un destino parallelo, quello dei due chitarristi, fatto di povertà iniziale, nessuna conoscenza della musica scritta, talento strabordante, successo meritato e una fine prematura. Crolla muore quarantenne per un tumore ai polmoni, Django a 43 per un’emorragia cerebrale. E sarà forse per la sovrapposizione dei profili con il gigante gitano, che Henri viene poi praticamente dimenticato nelle storie della musica. Solo in Francia lo ricordano tutti. Il ragazzino che suonava il banjo fuori dai bistro per vivere, in pochi anni è diventato uno dei musicisti più amati da tutto il paese. Un chitarrista che ha lavorato con i più grandi, registrato dischi e scritto brani per Edith Piaf, Georges Moustaki e Yves Montand (guarda qui), composto quaranta colonne sonore per film con Brigitte Bardot, Jean Gabin e Jeanne Moreau, musicato poesie di Jacques Prévert (qui Edit Piaf canta una canzone scritta da Prevert, e musicata e suonata da Crolla).

 

Piccolo Sole

La riscoperta in Italia di Enrico Crolla è in gran parte merito del regista Nino Bizzarri che nel 2003 ha scritto e diretto il documentario Piccolo sole – Vita e morte di Henri Crolla (qui un estratto del film, con il ricordo del cantante Georges Moustaki). Un piccolo sole era la firma di Henri, da qui il titolo del documentario. «L’ho scoperto mentre lavoravo ad un documentario su Montand, i francesi davano per scontato che lo conoscessi», racconta il regista. «Crolla lasciava una traccia profonda nelle persone, era un genio autodidatta dalla qualità umana strepitosa e un’ironia esplosiva tutta napoletana».

Django tendenza Nuages

Nelle registrazioni, poche, che si trovano in Internet, si sente in Crolla l’influenza di Django, ma si percepisce anche il suo peculiare stile, più dolce, meno irruento. È più vicino al Django lirico (tendenza Nuages, per intenderci) che a quello più ritmico e virtuosistico di Minor Swing  o Les Yeux Noirs, per rimanere tra i brani più famosi. Anche il gruppo dell’italo-francese, Henri Crolla sa Guitare et son Ensemble, testimonia una spiccata sensibilità lirica: aveva in organico chitarra, batteria, piano, contrabbasso, e talvolta il vibrafono, un set che lo avvicina a gruppi di jazz più tradizionale come suono, pur rimanendo nello stile sulla scia della musica manouche (qui una versione di Tenderly).