Il lirismo belga del jazz moderno

 

Tra le voci più raffinate della chitarra jazz europea, René Thomas ha incarnato un ideale di bellezza musicale fatto di leggerezza, precisione e cantabilità. La sua figura rimane ancora oggi tra le più rispettate dai cultori del jazz moderno.

Le origini e l’incontro con il jazz

Nato il 25 febbraio 1927 a Liegi, in Belgio, René Thomas si avvicina alla musica da autodidatta. Negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, si lascia affascinare dal bebop americano e in particolare da Charlie Parker, Dizzy Gillespie e, soprattutto, dal chitarrista Jimmy Raney, al quale si ispirerà per tutta la carriera, pur sviluppando uno stile personalissimo.La sua tecnica si distingue per l’uso raffinato del legato, la costruzione melodica degli assoli e un fraseggio sempre musicale e misurato, che evita ogni virtuosismo gratuito. Un’estetica che guarda più all’essenzialità e al gusto che alla spettacolarità.

Il jazz europeo e le collaborazioni americane

Negli anni ’50, René si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con il fervente ambiente jazzistico europeo. La capitale francese, all’epoca crocevia di artisti americani ed europei, diventa il suo palcoscenico naturale. Qui collabora con Bobby Jaspar, Lucky Thompson, Kenny Clarke, Stan Getz e altri protagonisti della scena jazz internazionale.Nel 1957 incide Relaxin’ at Camarillo, uno dei suoi lavori più significativi con il sassofonista Bobby Jaspar. Nel 1960, per l’etichetta Jazzland, esce Guitar Groove, album che mette in luce tutta la maturità del suo linguaggio: lirico, equilibrato, sempre perfettamente dentro al contesto del modern jazz.Importante anche la sua collaborazione con Chet Baker, testimoniata dal disco Homecoming (1964), che documenta la perfetta sintonia tra i due musicisti.

L’estetica del suono

La chitarra di René Thomas  è la voce di un jazz interiore, fatto di respiri, linee fluide e armonie sospese. Thomas riesce a far cantare ogni frase, con uno swing naturale e con un controllo timbrico che rivela un profondo senso del dettaglio. Il suo tocco e il suo suono sono inconfondibili. L’approccio melodico e la sensibilità armonica fanno sì che ogni nota sia necessaria e significativa.

Il ritorno in Belgio e gli ultimi anni

Negli anni ’70, Thomas torna in Belgio, dove conduce una vita più appartata, ma continua a esibirsi e registrare. È in questo periodo che incide Meeting Mister Thomas (1963), un album di grande eleganza registrato per l’etichetta Barclay. Nonostante le difficoltà di salute e una minore visibilità internazionale, la qualità della sua musica resta intatta.Muore prematuramente a Santander, in Spagna, il 3 gennaio 1975, lasciando un’eredità che continua a ispirare generazioni di chitarristi.

Un europeo nel jazz

René Thomas rappresenta un ponte ideale tra il jazz americano e la sensibilità europea. Non un emulatore, ma un vero interprete della modernità jazzistica, capace di dare voce a un linguaggio colto, raffinato, mai ostentato.In un’epoca in cui la tecnica sembra spesso dominare sull’espressione, la sua musica ci ricorda il valore della melodia, dell’ascolto e dell’equilibrio.

Video consigliati

René Thomas – “Meeting Mr. Thomas” (1963)
Un album imprescindibile per conoscere il cuore della sua poetica.

René Thomas – “All the Things You Are” (1954)
Una delle sue interpretazioni più eleganti di un classico standard jazz.

René Thomas Quintet – “‘Tis Autumn” (1955)
Atmosfere rarefatte e interplay sofisticato con il suo quintetto storico.

Discografia essenziale

  • Meeting Mister Thomas (1963) – Il suo disco più rappresentativo.
  • Guitar Groove (1960) – Sperimentazione e solidità nel fraseggio.
  • Rendez-Vous with René Thomas (1958) – Uno dei suoi esordi da leader.
  • Eternal Rhythm (1970) – Progetto meno noto ma sorprendente, con Lou Bennett.

A cura di Eva e Manuel Consigli
per La Via della Chitarra Jazz