Joe Diorio
Il viaggiatore dell’invisibile, tra spazio, silenzio e luce armonica
C’è chi suona per affermarsi.
E chi, come Joe Diorio, suona per esplorare: mondi interiori, visioni armoniche, sentieri inascoltati.
Nel suo tocco c’è filosofia. Nella sua armonia, un respiro che non imita nessuno.
🎓 Biografia essenziale
Joe Diorio nasce nel 1936 in Connecticut, figlio di immigrati italiani. Inizia da autodidatta, imitando Charlie Christian e Django Reinhardt.
Negli anni ’60 si trasferisce a Los Angeles, dove diventa chitarrista richiesto da Freddie Hubbard, Sonny Stitt, Eddie Harris, Horace Silver.
Negli anni ’70 si stabilisce a Hollywood e diventa uno dei docenti storici del GIT (Guitar Institute of Technology).
Nel 2005 subisce un ictus che gli compromette la mano sinistra, ma non smette mai di insegnare e scrivere.
Si spegne nel 2022, lasciando un’eredità unica nel jazz moderno.
🎶 Stile musicale
Imprevedibile. Visionario. Spaziale.
Diorio fonde bebop, armonie modali, colori quartali e aperture impressioniste.
Nelle sue frasi si respira la lezione di Trane, di Evans, ma anche di Debussy.
Ama suonare out, ma con grazia. Mai provocatorio, sempre poetico.
🎸 Strumentazione
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Gibson L-5 CES: la sua chitarra principale per decenni
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Ibanez Joe Diorio Model: strumento signature costruito in collaborazione con la casa giapponese
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Ampli Polytone e Acoustic Image
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Predilige corde lisce, action morbida, e un tocco di estrema leggerezza
🤝 Collaborazioni e influenze
Ha suonato con:
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Sonny Stitt
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Freddie Hubbard
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Eddie Harris
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Horace Silver
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Charles Lloyd
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Pat Metheny (che lo considera un mentore)
Ha influenzato:
Scott Henderson, Jonathan Kreisberg, Kurt Rosenwinkel, Adam Rogers
📚 Pubblicazioni didattiche
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Creative Jazz Guitar (Mel Bay)
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Fusion Guitar Improvisation (REH)
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Jazz Structures for the New Millennium (con Mick Goodrick)
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Numerosi video didattici, tra cui “The Joe Diorio Guitar Method”
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Co-fondatore del dipartimento chitarra jazz alla University of Southern California
🧭 Approccio didattico personale
Diorio era un insegnante spirituale.
Incoraggiava la consapevolezza, il silenzio, l’introspezione.
Diceva: “Suona ciò che vedi, ciò che sogni, non ciò che sai a memoria.”
Per lui l’improvvisazione era viaggio interiore, non solo tecnica.
🔍 Perché ascoltarlo oggi
Perché Diorio non ha mai suonato per compiacere.
Ascoltarlo è come leggere poesia astratta: non sempre facile, ma profondamente liberatorio.
È uno di quei pochi che hanno creato un vocabolario personale, e ci ha lasciato gli strumenti per inventarne uno nostro.
🎧 Video consigliati
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Joe Diorio – India (live solo)
https://www.youtube.com/watch?v=W5vpiqKXnGo -
Joe Diorio & Robben Ford – There Will Never Be Another You
https://www.youtube.com/watch?v=cEguXQ60PWA -
Joe Diorio & Mick Goodrick – Free Improvisation
https://www.youtube.com/watch?v=RZjU3x_gFbQ -
Joe Diorio – Invitation (Jazz Guitar Solo)
https://www.youtube.com/watch?v=4_HI7MFeJBE
📀 Discografia essenziale
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Solo Guitar (1975) – meditatissimo, minimalista
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We Will Meet Again (1980) – con T. Lavitz, lirismo puro
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Double Take (con Robben Ford, 1982) – interplay elettrico e telepatico
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Rare Birds (1990, con Mick Goodrick) – due poeti dell’improvvisazione
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Stateside (1999) – lirico e meditativo, uno dei suoi più accessibili
📚 Fonti consultate
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Wikipedia – Joe Diorio
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Interviews from Guitar Player Magazine
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AllMusic
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USC Thornton School of Music
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Lick Library – Video Archives
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REH Video, Mel Bay Publications
A cura di Manuel Consigli
per La Via della Chitarra Jazz
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