Jimmy Bruno

Virtuosismo, swing: la tradizione che brucia ancora

C’è una linea sottile tra virtuosismo e poesia. Alcuni chitarristi la attraversano con cautela, altri la ignorano. Jimmy Bruno, invece, ci danza sopra con disinvoltura, trasformando ogni nota in un racconto. La sua chitarra non corre: respira. Non urla: afferma. E in quella voce, che nasce da dita veloci ma consapevoli, risuona una scuola, una città, una storia.

Philadelphia, 1953. Bruno cresce in una casa dove la chitarra è lingua madre: il padre, anche lui musicista, gli mette lo strumento tra le mani prima ancora che impari a scrivere. A sette anni suona già, a dodici conosce gli standard, a diciannove entra nella band di Buddy Rich. Il suo debutto professionale è un tuffo nella vasca dei leoni, e lui nuota con naturalezza.

Il suo suono è immediatamente riconoscibile: limpido, rotondo, tagliente senza mai essere freddo. Una fusione rara di controllo e libertà. Jimmy non cerca effetti: cerca significato. È influenzato da giganti come Joe Pass, Johnny Smith e Pat Martino, ma il suo linguaggio è personale, concreto, urbano, tutto costruito sul fraseggio.

Chitarre archtop, ovviamente. Spesso costruite da liutai di fiducia, tra cui Roger Sadowsky, che gli ha dedicato un modello personalizzato. Amplificatori valvolari, suono diretto, caldo, senza filtri. Ma tutto questo è secondario rispetto al suo tocco: deciso, rotondo, musicale. Non c’è nulla di esibizionistico nel modo in cui Jimmy suona: ogni nota è un passo in avanti, mai un acrobazia.

La sua carriera si intreccia con quella di molti grandi: Joey DeFrancesco, Joe Beck, Howard Alden, Frank Vignola. Ma ogni dialogo musicale diventa un modo per dire qualcosa di essenziale, senza ridondanze, senza retorica. Quando suona in solo, o in trio, la sua voce emerge in tutta la sua intensità lirica.

Bruno ha anche lasciato un’impronta profonda nella didattica. I suoi metodi — Six Essential Fingerings, Inside Outside Jazz Guitar, Art of Picking — sono chiari, logici, applicabili. Per lui, l’improvvisazione non è un mistero da decifrare, ma un linguaggio da praticare con intelligenza e gusto. «Il jazz non è una questione di forme da memorizzare», diceva, «ma di sapere dove sei in ogni momento».

Nel 2007 fonda il Jimmy Bruno Guitar Institute, una delle prime scuole online per chitarristi jazz. Una visione pionieristica, con contenuti didattici, interazione, esercizi. Dopo la chiusura dell’istituto, continua a trasmettere il suo sapere con il Jimmy Bruno Guitar Workshop, e infine sul suo canale YouTube, dove ancora oggi è possibile trovare perle didattiche di grande valore.

Oggi Jimmy Bruno è un riferimento costante. La sua musica continua a ispirare chitarristi di tutto il mondo. Ci ricorda che la velocità può servire la bellezza, che la precisione può essere calda, che la tradizione può ancora ardere.

Per chi ama la chitarra jazz, Jimmy Bruno è più di un virtuoso. È un invito ad andare in profondità. A cercare il senso, non l’effetto. A raccontare qualcosa, ogni volta che si suona.

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📀 Discografia essenziale

  • Sleight of Hand (1992) – Frasi affilate e swing impeccabile.
  • Burnin’ (1994) – Tecnica e calore in perfetto equilibrio.
  • Like That (1996) – Con Joey DeFrancesco: connubio perfetto tra organo e chitarra.
  • Polarity (2000) – In duo con Joe Beck: esplorazioni armoniche raffinate.
  • Solo (2004) – La chitarra nuda: intimità, rigore e musicalità.

A cura di Manuel Consigli
per La Via della Chitarra Jazz